Alessandro Bergonzoni

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La cucina del frattempo

1994
Di e con Alessandro Bergonzoni
Regia: Claudio Calabrò
Scene: Mauro Bellei
Ufficio Stampa: Riccardo Rodolfi
Organizzazione e distribuzione: Progetti Dadaumpa
Assistenza tecnica: Tema Service
Produzione: I Piccioni di Piazza Maggiore
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Caro uomo della strada, scansati.
Perché il cosmo è diviso tra male e bene: se fosse solo bene, bene, ma se fosse solo male? Male.
Ma per fortuna c’è qualcosa di strano nell’aria.
Non confondere mai minzione con finzione, dai retta ai tuoi stimoli.
Per crescere non basta solo mangiare ma bisogna essere mangiati. Tu guarda sempre la data di scadenza di un corpo prima di berlo.
Il tempo è così e c’è sempre un rapporto tra tempo perso e tempo speso: morte = tempo perso, nascita = tempo speso.
Ricordati quando la testa apre il suo gabardine finalmente si vede tutto. Cammina sempre con passo carraio affinché non ci sia nessuno quando arrivi.
Se puoi comprati un rifugio anatomico e mettici dentro tutte le sue parti più nascoste, perché qualcuno prima o poi passerà a sceglierle (io per esempio).E quanto ti troverai recluso trovati un’ora d’aria almeno per gonfiare altre mongolfiere.
Passa di palo in frasca perché se vuoi andare alla festa dell’impossibile lo devi fare in preda ad un raptus d’energia. Se sei intonato comincia il canto alla rovescia: questa è la legge dei grandi numeri ( esempio: esistono pappagalli di 87 chili e bambini di 87 anni), la natura infatti è una roulette: puoi puntare tutto sul Mar Rosso o sul Mar Nero.
Ricordati di avere sempre un margine d’orrore e sappi che c’è qualcuno che crede che prima viene il godere poi il piacere, solo questo per lui è un dovere.
Esiste tanto cibo per la mente, tu leccati il cervello e buon appettito.

Un ingrediente: Alessandro Bergonzoni tuo

 

Una parte del lato oscuro e creativo della mente di Bergonzoni non conosce il raziocinio, l’altro, ancora più celato, si compone come trama fitta di tessuto, con relazioni logiche e complesse, di sottile teoria. Mescolando tutto si ricava dapprima imbarazzo e poi ebbrezza: infine bisogna scegliere (poi ancora imbarazzo, ma sarebbe troppo lunga…), seguire un capo dell’intreccio, separando l’ordito sino a ricavarne una figura che si stacchi dal resto ma ne conservi ingrandita la trama originale.
Più semplicemente temo che privare la messa in scena di una elementare o complessa operazione teorica costringerebbe la scrittura di Bergonzoni ad un riduttivo ed unico momento comico, senza ridare al pubblico quello che, io ritengo, di originale e straordinario essa contiene. In questo “La cucina del frattempo” ritorna “il protagonista” nella veste di quello che, per noi, è il non personaggio Bergonzonizano; è ostile alle situazioni così come le situazioni, ma anche il mondo che lo circonda, lo soverchiano con ostilità (ovvero: può l’incapacità di rappresentarsi di un personaggio dipendere da cause endemiche e ineluttabili insite nella scrittura?). Non tragga in inganno questa parola perché l’ostilità di cui Bergonzoni circonda le sue creature può essere più piacevole di un confortevole sofà, ed il lato oscuro che ben conosce se stesso, può costruirvi intorno una riposante, drammatica(?) e (forse) impossibile giornata da protagonisti. é lo spettacolo del disordine, del subbuglio della natura birichina che rifiuta le sue leggi, delle prospettive sfalsate. E che dire del tempo? Di quale unità si servirà? Delle molte ore che servono a consumare un pasto o dei pochi minuti necessari a sconvolgere una città?
Il dubbio, comunque, non è di Bergonzoni, che di tante perplessità conserva solo certezze e le rappresenta con la precisione di un orologiaio e la fantasia di un equilibrista.

Claudio Calabrò

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