Alessandro Bergonzoni

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Proporzioni occulte (gli antipodi)

2010
Mostra personale
Inaugurazione sabato 4 dicembre alle ore 19
Dal 4 dicembre al 5 marzo 2011

OTTO GALLERY
Arte contemporanea
via d'Azeglio 55 - 40123 – Bologna - t. +39 051 6449845
Orari di galleria: dal martedì al sabato dalle 10:30 alle 13 e dalle 16 alle 20
www.otto-gallery.it

Fotografie di Dario Lasagni

Per la prima volta a Bologna e negli spazi della OTTO Gallery, Alessandro Bergonzoni inaugura la sua quarta personale dal titolo "Proporzioni occulte (gli antipodi)".
Come dice lo stesso Bergonzoni, tema principale della mostra è "il nascosto in quello che si vede, l'antiossidato: la dismisura", l'occulto che viene svelato nel momento in cui si guarda oltre sforzandosi di vedere e comprendere ciò che è in-apparente.
Ruote di legno che contenevano modelli di pezzi meccanici, trucioli di ferro e ottone, vetri e pesi provenienti dalla fabbrica meccanica del padre che Bergonzoni ha ereditato, si fanno qui portatori di una caccia all'equilibrio verso altre dimensioni. Infatti, le opere esposte sono fatte di forme, fisionomie e figure che cominciano, proprio in questa occasione, nuove convivenze all'insaputa del visitatore che deve vedere oltre: la lontananza viene prima dell'apparenza che ne è semanticamente agli antipodi. Una voce non sempre scritta ma fatta anche solo di segni, è qui a narrare il diametralmente opposto: sono opere anagrammatiche che materializzano il caleidoscopico pensiero già recitato, scritto e interpretato dall'artista, nelle quali l'artista, nelle quali l'alchimia del verbo non viene a mancare.
Ne è un esempio "Parole sole": due opere tonde accostate l'una all'altra sullo stesso orizzonte, sono segnate da un getto continuo di scrittura in miniatura che ne traccia i due emisferi. Sono due mondi che decretano il tramonto delle parole che da Occidente scivolano ad Oriente, da una parte e dall'altra del globo.
Le proporzioni occulte fanno sì che una "madia" rinasca come postazione d'arte, popolandosi e riempiendosi di dis-positivi artistici che vanno oltre invadendo anche il muro sovrastante e accendendo ignote interferenze concettuali e intrusioni sonore.
Alla fine si arriverà a capire che non è "il c'è" quello che dobbiamo vedere, ma gli antipodi di quello che inizialmente è per noi occulto.

Foto