Alessandro Bergonzoni

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NEL

2007
scritto e interpretato da Alessandro Bergonzoni
regia: Alessandro Bergonzoni e Riccardo Rodolfi
scene: Alessandro Bergonzoni
ufficio stampa: Licia Morandi
assistenza e impianti tecnici: Tema Service
organizzazione distribuzione: Progetti Dadaumpa

ATTENSIONE ATTENSIONE!
Apologia di Creato! Là, oltre l’almeno, tra campi di mucchi, nella valle del sé, nel regno dei gesti, agli antipodi, dove si mandano giù i rospi per sputare i principi, dove si usa l’incredibile per fare il possibile, là, c’è la lingua levatoia che fa passare il pensiero. Scrittura carraia: non ci deve essere nulla davanti. Certo che costa: è la cauzione che serve per "sprigionar" le forze! E’nergia! Energia enucleare per estrarre la forza chiusa, parola di minattore. Trasporto carichi emotivi, Consolato degli Insetti, donatori d’idee, collaudatori d’attimi: attensione!
Attensione! Si è perso del tempo! Non resta che pregare Tantalo (Sua Quantità), Dio del colmo (Sua Vastità), e fare apparire i soqquadri. Mai zitti, anima in bocca. Dove sta scritto? Sta scritto qui (Nel)! Uomini del dappertutto unitemi!

 

Movimente
(Manifesto dell’anima pensante)

I pensieri non sono problemi son creature
Cercare il fuori luogo e l’oltre modo
Lo scrittore è uno scritturato
C’è un tempio tra le tempie
Infinire
Che l’Occidente si orienti
Non avere coraggio per sapere, tenerne per non capire
Non credere nelle radici ma allungarsi coi rami
Captare allucinazioni sempre in perfetto stato di lucidità
Scoprire se sulla terra c’è vita
Immedesimarsi
Coltivare desideri preterintenzionali
Intercettare l’invisibile
Indossar corpi altrui
Inaudito avulso astratto
Non posseder ma essere posseduti
Lasciatevi incontrare in continuazione
Smarrire la strada (così la troverà qualcun altro)
Nevicatevi
Reincarnare reincarnarsi
Baciare a strascico
Meno pazienza e più trascendenza
Predirsi prima dei futuri
Farsi portare dall’invento
Eventualità estreme e illimitate, contemporaneamente
Se si è fuori di sé avvertire il dolore
Differir tra religione e spiritualità
Non sperare in faccia a nessuno
La passione sia energia, mai solo una giustificazione
Rubarsi
Guardare le tv ma non accenderla
Invidiar sè stessi
Abbassare di molto i toni della tradizione
Imitare solo in caso di nulla
Pilotare l’indiscusso
Porre le basi per avere altre altezze
Fare il mare
Rammentare che parodiare è da parodiabili
Elevarsi alle ennesime potenze
Smetterla di sentirsi un Dio ma cominciare ad esserlo
Mai confondere velocità con fretta
Cantar solo incantando
Aprimi cielo
Prendi paura (e portala via)
Un figlio nasce, non "si ha"
Prima del cittadino e dell’uomo viene l’essere
Meno orgogliosi più rigogliosi
Conosci tre stesso
Usare solo bombe boomerang
Prevenire le metastasi culturali
Aver cura del proprio metafisico
Basta sfide
Ogni giorno fare detestamento per non accontentarsi
Essere "capaci" (nel senso di contenere il più possibile)
Saper cosa dire quando si deve tacere
Entrarsi
Cogliere la differenza tra scienza e coscienza
Morti si nasce vivi si diventa
Uscire dal Curassico (epoca dell’unica medicina)
Il genio non ha patrie
Lasciare l’ironia a chi non ha altre doti
Complesso non vuol dire complicato
Bisogna potere
Inasprire l’appena
Salviano il baleno
Detonare
Volarsi molto bene
Cosmo universo terra
Provare ad essere stranieri
Più sovraumani, non più umani (dobbiamo diventare)
Meno creanza più creato
Usare il cavallo di Gioia per entrare
Ribellarsi (rivolere il bello)

Alessandro Bergonzoni

 

Buio, non totale perché qualcosa o forse qualcuno pare muoversi. Non è una nostra suggestione perché veramente qualcosa ci appare e comincia a delinearsi in fattezze a noi note.
Oppure una luce accecante che ci fa esplodere l’immagine di uno spazio in cui solo i contorni sono definiti perché ciò che c’è all’interno è bruciato dall’eccessiva luminosità.
Come nasce un idea? È un lampo intuitivo che brucia i dettagli o una discesa nell’oscurità per una ricerca al limite delle possibilità sensoriali? Possibile che sia tutte e due le cose contemporaneamente. E, "nel" momento, si può anche cercare di catalogare ciò che alla realtà quotidiana sfugge perennemente, compito faticoso e certo di non facile realizzazione. E se rimanesse anche un po’ di tempo perché non provare ad accatastare tutte le cose trovate per creare una nuova Babele che non sfidi nessuno ma, anzi, attiri nuovi viandanti curiosi di quello che possono trovare tra le mura di questa città ricreata. E se alla fine a qualcuno venisse l’idea di rinominare l’universo perché dargli torto? Siamo proprio sicuri delle nostre certezze? Sicuri sicuri? Sicuri che quando il demiurgo è Alessandro Bergonzoni la nostra percezione delle cose rimanga la stessa? Io dopo tanti anni non lo sono: personalmente ritengo che la sua energia creativa possa davvero rovesciare la realtà. O meglio la possa sostituire con un’altra solo a lui visibile e in questo spettacolo "illustrata" anche, visto che per la prima volta firma le scene. Ma la cosa ancora una volta magica è come in questo sabba della simultaneità si possa ridere disperatamente di qualsiasi cosa del creato fisico e non. In questo Bergonzoni è doppiamente autore: parte da una cosa, la nega e poi ci mostra quella nuova da lui appena inventata in sostituzione di quella, adesso lo vediamo anche noi, vecchia ed ormai desueta. Un’azione solo a lui naturale.
Distruzione e ri-creazione totale. Assoluta.

Riccardo Rodolfi